Un romanzo breve di fantascienza italiano e per di più scritto da una donna. Cosa, quest’ultima, non comunissima.

E’ Derma blu, apologo inquietante sul futuro che ci aspetta, uscito dalla fantasia di Elfriede Gaeng, narratrice, regista e sceneggiatrice, che nell’edizione 2003 di EuropaCinema ha portato a Viareggio Ciao Anna, interessante video su Anna Magnani costruito con inedite immagini private.
Quando gli scrittori di science fiction descrivono il futuro, non sono mai ottimisti. Derma blu si inserisce con intuizioni originali nella tradizione consolidata. In un futuro lontano l’umanità avrà eliminato guerre e malattie, ma avrà perduto la capacità di provare sentimenti: l’equilibrio sociale affidato a una droga, il derma blu, appunto, la riproduzione naturale bandita, sostituita dalla clonazione: escluse deformità, bruttezza e imperfezioni.
Il prezzo di tutto questo è la rinuncia alla libertà e alla possibilità di innamorarsi. L’autrice si rifà alle grandi antiutopie della migliore fantascienza sociologica; Orwell, Bradbury, Huxley.
Contro il totalitarismo tecnologico del futuro, l’antidoto è la resistenza, che vede alleati uomini, insetti evoluti e persino androidi divenuti capaci di amare. Un tarlo può mandare in tilt il perfetto sistema di controllo delle coscienze e per conquistare la liberazione occorre passare, come Cappuccetto Rosso, attraverso una foresta abitata dai lupi. Per uscire dall’incubo può aiutare la contemplazione del mare e decisivo è l’abbandono al sentimento. Il plot ‘acchiappa’ l’attenzione del lettore e insieme spinge a qualche riflessione utile e istruttiva (anche sulla tv di oggi).
Insomma il libro (edizione Interculturali) si raccomanda volentieri. Oltretutto, Gaeng è una sceneggiatrice, e il racconto ha il taglio cinematografico: sembra già pronto
per diventare un film.